sabato 4 aprile 2009

PREMESSA

Il nostro programma politico si basa su tre principi fondamentali che in alcun modo saremo disposti a mettere in discussione: GIUSTIZIA SOCIALE, SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO e MAGGIOR PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA.

Oggi più che mai, a causa di scelte di politica economica scellerate, la società italiana tutta, e quindi anche quella osimana, si trova a dover fronteggiare un’ingiustizia sociale che si propaga sempre più, e che sempre più spinge verso la povertà milioni di cittadini.

Le privatizzazioni dei servizi pubblici, (tanto decantate nei decenni precedenti e il cui fallimento è oggi purtroppo sotto gli occhi di tutti) e il primato del capitale sul lavoro, hanno portato i cittadini-lavoratori (senza distinzione di etnia, sesso, residenza e cittadinanza) nella condizione di pagare servizi sempre più onerosi e sempre più inefficienti, oltre a sopportare sulla propria pelle i danni della crisi economica causati da un capitalismo sempre più finanziario che promuove e finanzia un modello irresponsabile di azienda, il cui unico scopo è la massimizzazione dei profitti, spesso ottenuti proprio attraverso lo sfruttamento dei lavoratori.

In società cosiddette del Primo Mondo ci si aspetterebbe da parte dei governanti risposte di politica sociale che proteggano i cittadini contro tali dinamiche deleterie, che li stanno impoverendo sempre più! Ma “l’autorevole” esperienza italiana in materia di politica economica va in direzione esattamente inversa: insegna come ben sappiamo che i profitti vanno privatizzati e le perdite socializzate!

Anche nella nostra città il “paradigma politico” in auge a livello nazionale ha trovato terreno fertile, provocando danni gravissimi, denotandosi per la spiccata propensione alla difesa degli interessi clientelari contro la tutela degli interessi della collettività. La speculazione edilizia selvaggia che ha letteralmente devastato e forse irrimediabilmente compromesso il nostro territorio, l’affidamento ad aziende private a partecipazione pubblica dei servizi fondamentali alla cittadinanza, (PARK’O, ASSO, AUXMEDIA, GEOS, ecc.) col doppio grottesco risultato di avere da un lato peggiorato il livello dei servizi e di averne scaricato la responsabilità sulle medesime aziende concessionarie, e dall’altro di aver attivato pratiche clientelari neanche troppo occulte, facendo assumere dalle stesse aziende amministratori “fedeli” e lavoratori precari docili e remissivi, perché costantemente ricattabili - sono soltanto due esempi del livello a cui questo modo di fare politica ci ha portato. Chiediamo l’azzeramento dei consigli di amministrazione di tutte le aziende partecipate, che rispondono alle solite logiche spartitorie partitocratriche, restituendo all’Amministrazione comunale il controllo e la gestione diretta di tali aziende, anche attraverso commissioni elette dal Consiglio comunale.

La nostra proposta si mette in netta contrapposizione a questo modo di fare politica e si propone di combatterlo con un impegno serio e perseverante, fino ad estirparlo democraticamente; tale impegno deve necessariamente trovare forma e concretezza attraverso la maggiore partecipazione democratica di una società civile che nel tempo è rimasta sempre più delusa e disillusa proprio da questa “cancrena” della politica, lasciandola appannaggio di chi l’ha ridotta ad una squallida questione di comitati d’affari, occupazione di posti di potere e perpetuamento di privilegi, che sono i fattori principalmente responsabili della situazione drammatica in cui il nostro paese è oggi precipitato.

PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

1. REALE CONTROLLO DEMOCRATICO

Il nodo della partecipazione democratica riveste un’importanza centrale e dirimente nei processi che presiedono al governo del corpo sociale e territoriale di un Comune, quale elemento sostanziale e contraddistintivo per una vita attiva della cittadinanza. Quando non assunta in modo semplicemente formale, la locuzione partecipazione democratica deve infatti poter indicare la capacità di esprimere un reale controllo, il più possibile diretto, delle decisioni che le varie istituzioni preposte prendono nei confronti dei soggetti governati, che in un determinato territorio abitano, circolano ed operano, rendendolo vivo.

Soprattutto in sede locale, là dove cioè le istituzioni risultano a più diretto contatto con la società civile, le complesse questioni della rappresentanza e della delega, nonché quella più generica e generale del rapporto governanti-governati, possono andare incontro a nuove ed inedite forme di soluzione, qualora gli strumenti di partecipazione dei cittadini siano potenziati e resi capaci di interagire realmente con il governo della città. Ciò che ci sembra urgente e non più procrastinabile sine die è la necessità di una riappropriazione “dal basso” dei nessi amministrativi, per esprimere una capacità di controllo dei processi di formazione delle decisioni di pubblico interesse che finiscono con il condizionare la qualità della vita dell’intera comunità, in specie nelle sue economie di tempo, di consumo, di fruizione dei servizi e, infine, nelle sue modalità di aggregazione sociale.

Seppure realisticamente non ci illudiamo di poter sovvertire le istituzioni della rappresentanza formale democratica, crediamo tuttavia di poterci impegnare per una radicale trasformazione delle stesse. Per conseguire tale scopo, crediamo sia importante potenziare quelle funzionalità presenti che facilitano una maggiore comunicazione tra rappresentanti/amministratori e rappresentati/amministrati. Ma riteniamo altresì importante aprire nuovi canali informativi e comunicativi più diretti tra l’amministrazione e la cittadinanza, prevedendo anche la costituzione di nuove forme, di nuovi organi ed istituti atti a favorire un monitoraggio e un controllo efficaci e duraturi nel tempo dell’operato dei delegati al governo cittadino, da parte dei cittadini stessi.

In definitiva, vogliamo riempire di contenuti e di senso la partecipazione democratica, promovendo una dialettica virtuosa tra la società che vive e attraversa il territorio osimano e la sua amministrazione comunale.
L’appartenenza al Comune non può essere ridotta a un semplice dato anagrafico, deve piuttosto poter significare partecipazione comune alla gestione dei beni e degli interessi comuni.

Tanto più si rende necessario il potenziamento della partecipazione democratica, quanto più ci troviamo di fronte alle urgenze determinate dall’attuale crisi economica, la quale impone problemi gravosi da risolvere che si iscrivono così prepotentemente nelle agende quotidiane di ognuno. In una situazione sociale ed ambientale sempre più allarmante, insieme causa ed effetto della crisi economica stessa, le pulsioni più basse e bieche possono facilmente far breccia nella sfera razionale delle popolazioni, aprendo il varco a derive razzistiche, al livello sociale, e populistico-fascistoidi al livello politico. L’incapacità mostrata dai potentati del regime politico e di quello economico-finanziario, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti, fa il paio con l’incapacità che gli stessi mostrano allorquando affrontano la crisi economico-sociale esclusivamente attraverso logiche emergenziali, destinate a gettare “fumo sugli occhi”, lasciando irrisolti i problemi fondamentali, la soluzione dei quali necessiterebbe di visioni di lungo periodo e di ben altri strumenti rispetto quelli adottati.

Far leva e fomentare le paure sociali rappresenta un pessimo palliativo per mascherare responsabilità reali e per spostare l’attenzione pubblica verso problemi costruiti o ingigantiti ad arte. Da qualche anno, una vera e propria paranoia sicuritaria con la ricerca di facili capri espiatori tra i soggetti più deboli o meno omologati della società, sembra aver divorato una già debole coscienza civile in questo paese. In nome del “bisogno” Sicurezza, gli esecutivi (nazionale e locali) hanno posto in atto interventi di tipo politico-giuridico che, introducendo strumenti di controllo fortemente limitativi delle libertà di ognuno, contemporaneamente aumentano il potere discrezionale dei funzionari dell’amministrazione pubblica sulla vita sociale. Esempio principe di questa deriva autoritaria è l’art. 6 del DL 92/2008, convertito nella Legge 125/2008, la quale in materia di “incolumità pubblica” e “sicurezza urbana”, conferisce enormi poteri alla figura del Sindaco, coronando uno dei sogni della Lega, quale l’istituzionalizzazione del “Sindaco-sceriffo”. La vicenda delle “ronde”, poi, completa il quadro di imbarbarimento della vita sociale e civile, a cui fa da contrappunto uno scenario politico-amministrativo occupato da partiti e personaggi i quali, sempre più membri di un ceto particolare ed autoreferenziale, costruiscono e manipolano il consenso.

A maggior ragione, quindi, rafforzare la partecipazione democratica diviene urgente e necessario per costruire presidi sociali e civili, capaci di mettere la base della cittadinanza nelle condizioni di poter controllare più direttamente i vertici delle istituzioni, prima tra tutte, in un territorio comunale, quella del Sindaco, rispetto al quale occorrono efficaci ed effettivi dispositivi di contropotere per il bilanciamento di un’autorità divenuta eccessivamente discrezionale.

Non crediamo che concentrare poteri speciali in poche mani possa rappresentare la soluzione migliore, e ciò malgrado in tempi di crisi le richieste di decisionismo e di autorità, di un presunto salvifico “uomo forte della provvidenza” possano farsi pressanti e riscontrare un certo consenso. Soprattutto la storia del secolo scorso, ma anche storie più recenti, ci hanno insegnato che simili vie d’uscita alle crisi si presentano come scorciatoie solo verso catastrofi ben peggiori dei problemi che si vorrebbero risolvere. Una volta imboccata la china che conduce a forme autoritarie dei poteri costituiti, diviene poi difficile e doloroso rendere reversibile il processo.

Pensiamo che allargare la base dei processi decisionali per un’amministrazione comune del territorio e per un interesse che si costituisca concretamente come interesse generale, sia il migliore antidoto per preservarsi dai possibili abusi dei potentati di turno.


2. L’IMPORTANZA DEL METODO

Ma è sufficiente promuovere un rinnovamento delle persone? E' sufficiente tentare di infiltrare nella casta una nuova generazione di politici onesti, capaci ed affidabili? Il cambiamento deve partire sì dalle persone, ma anche dal metodo.

Un Metodo che deve individuare forme nuove del fare politica: nell'analisi dei problemi, nell'individuazione delle soluzioni, nell'attuazione dei progetti e dei programmi. È un Metodo che è anche, e ancora più alla radice, un modo nuovo di pensare e concepire la politica stessa: come libera partecipazione democratica e responsabile dei cittadini all'amministrazione ed alla gestione del bene pubblico.

Il Metodo che dobbiamo costruire deve garantire una struttura operativa orizzontale, fondata su una serie di principi e di regole non negoziabili, all'interno della quale possa svilupparsi ed agire una rete di cittadini attivi, secondo il principio base della democrazia partecipativa: non affidarsi né a una casta politica né a un plebiscito di masse televisive, ma attribuire le scelte a quei cittadini che, mediante una partecipazione continua e informata, dimostrino l'interesse e la capacità di occuparsi della cosa pubblica, garantendo che ogni cittadino abbia il diritto e i mezzi necessari per poter diventare un cittadino attivo sulle questioni che lo interessano e abbia la possibilità concreta di godere pienamente dei propri diritti civili, che spesso gli sono negati a sua stessa insaputa.

A questo proposito, il Consiglio di quartiere, una forma di rappresentatività oggi priva di qualsiasi appeal nei confronti della cittadinanza e di qualsiasi efficacia concreta nei processi decisionali della politica osimana, potrebbe essere “rispolverato” e potrebbe diventare il “nucleo” di base di questa struttura non più verticistica e gerarchica, ma orizzontale e partecipativa.

I candidati devono essere scelti dal basso ed in base alle loro competenze che mettono al servizio della collettività; continua e reciproca dovrà essere la comunicazione tra i cittadini e gli amministratori.


3. LA RETE ED ALTRE FORME DI COMUNICAZIONE

In alcune zone del territorio, in alcune classi sociali e in alcune fasce di età l'accesso ad Internet è ancora oggi poco diffuso ad Osimo, per vari motivi.

Bisogna quindi lavorare per ampliare l'accessibilità alla Rete, ma anche non trascurare gli altri mezzi di comunicazione; oggi Internet si identificata come mezzo privilegiato e potente, ma non deve essere l'unico mezzo di comunicazione a disposizione per mettere il cittadino nella condizione di poter partecipare attivamente alla “cosa pubblica”. La Rete non va quindi pensata rigidamente in un'unica modalità di fruizione, ma va considerata invece come aperta e contaminabile da altri media.

Il social network non sostituisce tout-court né annulla il valore della riunione assembleare, la comunicazione mediata dalla piattaforma informatica non svilisce né rende inutile il confronto diretto tra i cittadini.

La velocità di comunicazione e di propagazione di un messaggio digitale non azzera l'utilità di un gazebo, del volantinaggio, del contatto porta-a-porta. Inutile e sbagliato quindi pensare in modo esclusivo alla Rete: pensando di promuovere la partecipazione democratica, si rischierebbe invece di trasformarsi in un’espressione elitaria e autoreferenziale, capace solo di comunicare al proprio interno. Il principio dell'inclusione deve essere un requisito della partecipazione.

4. UN LOCALISMO BUONO

A proposito di inclusione, la partecipazione democratica non può non richiamarsi ad un ambito prettamente locale e territoriale. Tuttavia occorre chiarire quale connotato politico intendiamo trasmettere con i termini “località e territorialità”, onde evitare errate interpretazioni.

In primo luogo, il legame locale e territoriale va inteso come prospettiva contrapposta al centralismo burocratico e agli sprechi ed abusi permessi da un grande accumulo di potere e denaro in poche mani. É una richiesta forte di attribuzione e autonomia espressa dal territorio che ripaga in termini di efficienza ed efficacia delle soluzioni. Ciò è confermato anche dalla tendenza culturale mondiale (mostrata nelle conferenze ONU e dal World Social Forum) a coniugare principi e obiettivi globali con azioni locali e tagliate su misura per il territorio.

In secondo luogo, il termine locale non è sinonimo di una determinata prospettiva politica (quella della Lega) portatrice di odiose istanze di illiberalità e di diffidenza nei confronti dell'estraneo.

Per noi invece il termine "locale" comprende anche l'accoglienza, la cooperazione, la solidarietà, la coesione interculturale e multietnica; la riscoperta delle proprie radici insieme alla felice contaminazione con quelle degli altri. Con ciò ci adopereremo affinché si istituisca la figura del Consigliere straniero aggiunto, che avrà il potere di intervenire nel merito di tutte le questioni discusse nel Consiglio comunale con pari dignità dei consiglieri eletti.

Se la difesa del proprio territorio individua infatti, almeno nella versione "italiota" e leghista, un arroccamento a protezione del proprio territorio e del proprio interesse, il nostro approccio ha una visione più ampia e si fonda su un'impostazione culturale più generale.

L'ambito territoriale per noi infatti non è chiusura al resto del mondo, ma è invece il tentativo di ritrovare una dimensione locale più umana e sostenibile, di pari passo col concetto di “locale” inteso come processo di mobilitazione e responsabilizzazione dal "basso" e dal territorio.

ECONOMIA E LAVORO

1. LA GESTIONE DELLE TASSE COMUNALI

Dal punto di vista fiscale e della gestione delle tasse comunali, è impensabile affidarsi nel futuro a politiche che puntino principalmente ad un maggiore gettito in entrata derivante dagli oneri di urbanizzazione. La devastazione del territorio provocata dalle scelte delle precedenti amministrazioni comunali non ha portato benefici se non ai “pochi soliti ignoti” e gli oneri di urbanizzazione incassati spesso non si sa che fine abbiano fatto, visto che le opere di urbanizzazione nel nostro territorio sono talmente scadenti e deficitarie da non potersi neanche definire tali (alluvione 2006 docet). Né si potrà puntare sull’indefinito indebitamento come praticato nei decenni precedenti, magari rivolgendosi alla “finanza creativa” e ai suoi prodotti capestro quali i famigerati derivati da scaricare sulle future amministrazioni e generazioni di cittadini. Per attuare una maggiore uguaglianza in questo campo utilizzeremo un sistema integrato di gestione delle aliquote e dei bonus.

Le tasse che fanno capo al comune di Osimo saranno applicate per permettere il raggiungimento di obiettivi mirati e non per un esclusivo calcolo ragionieristico.

Parte di queste entrate finanzieranno un settore specifico dell’amministrazione pubblica che avrà il compito esclusivo di effettuare controlli diffusi e continuativi sul territorio per evitare e/o sanzionare vari tipi di evasione.

I bonus saranno restituiti sottoforma di scorporo dalla tassa dei rifiuti per i nuclei familiari e i soggetti economici virtuosi che, in maniera documentabile, dimostreranno di utilizzare integralmente il sistema della raccolta differenziata.

Per gli immobili diversi dalla prima casa occorre prevedere un meccanismo di restituzione tramite bonus dell’intero ammontare dell’aliquota aggiuntiva nel caso in cui i proprietari affitteranno le abitazioni a tariffe concordate o depositeranno regolari contratti d’affitto negli uffici preposti.

Inoltre bisognerà sospendere per il tempo che si renderà necessario ad una ripresa effettiva dell’economia territoriale, tutte le tariffe comunali nei confronti di quei nuclei familiari che a seguito dalla crisi e/o della perdita dei posti di lavoro rientreranno nella fascia di soggetti in grave difficoltà, utilizzando a questo scopo i dati ISEE e/o fiscali necessari per il riscontro certificato.

2. PROTOCOLLO DI LEGALITÀ

Perseguiremo e ci impegneremo a dare concreta attuazione al principio di legalità nell’utilizzo dei beni pubblici, del territorio e nel rispetto delle libertà inviolabili dell’uomo.

In nome di questo principio si dovranno trovare gli strumenti per limitare le possibilità di compiere atti illegali, anche quelli più quotidiani e meno visibili (mobbing), dotandosi di mezzi per intervenire anche nelle aziende e nelle realtà lavorative osimane; per questo fine saranno incentivate nuove assunzioni nella polizia municipale e specifici percorsi formativi per accrescere le conoscenze del personale già in forza.

L’obiettivo che ci proponiamo è di aumentare il controllo nel territorio servendoci esclusivamente delle forze legalmente delegate a tale funzione, intervenendo contro tutte le fonti possibili di criminalità tese a ledere i principi sopra indicati; per realizzare tutto questo istituiremo all’interno dell’Assessorato ai Servizi Sociali un ufficio di “Verifica e tutela dell’applicazione dei diritti umani e civili”, avente quale finalità quella di tutelare i diritti inviolabili dell’essere umano.

3. VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE

Valorizzare il personale dell’Amministrazione pubblica tramite protocolli concordati con le rappresentanze sindacali che, attraverso percorsi formativi e successivi concorsi interni trasparenti e gestiti da persone neutrali e di comprovata affidabilità e onestà, stimolino la crescita professionale interna, incrementando così l’efficienza della macchina amministrativa.

Decentralizzazione della macchina amministrativa attraverso la creazione di sportelli per il pubblico, da istituire presso i locali destinati ai consigli di quartiere.

Promuovere il reinserimento nei cicli produttivi di tutte le persone normodotate che hanno perso il lavoro e dei diversamente abili: l’Amministrazione comunale utilizzerà queste persone direttamente, in maniera transitoria e dietro l’applicazione dei salari stabiliti dai CCNL di competenza, per svolgere lavori adeguati alle differenti abilità, nel rispetto delle diversità.

4. MODELLO ECONOMICO

Vogliamo sviluppare il valore dell’interesse sociale, generale e collettivo; per fare questo il ruolo dell’Amministrazione comunale nell’economia sarà centrale e incisivo, a partire dalla necessità di avviare le imprese a scopo di profitto presenti sul territorio alla pratica del concetto di responsabilità sociale.

Il nostro obiettivo e quello di ridurre al massimo l’impatto sociale sul nostro territorio di future crisi economico-finanziarie, per fare questo lavoreremo per non correre il rischio di trasformarci in un distretto produttivo monosettoriale. Per questo noi proponiamo:
- una diversificazione produttiva, commerciale, turistica;
- la creazione di un ciclo integrale ad impatto ambientale zero di tutte le filiere produttive;
- la maggiore autosufficienza energetica rinnovabile e pulita.

Per raggiungere questi obiettivi attraverso le imprese già esistenti, o quelle che vorranno costituirsi, utilizzeremo lo strumento dello sportello per le imprese, potenziandone i servizi sulle seguenti linee guida:
- individuazione di percorsi privilegiati per ottenere agevolazioni e incentivi principalmente economici e finanziari;
- agevolazioni e sostegno alla creazione di una rete di società e/o cooperative di microcredito;
- individuazione di aree adeguate alle specifiche necessità di carattere produttivo e loro assegnazione;
- avviamento politiche di incentivo a nuove imprese a carattere sociale per sostenerle nel raggiungimento di obiettivi condivisi con le strategie dell’amministrazione comunale.

I punti di seguito saranno l’asse strategico delle nostre priorità:
1. utilizzare i terreni agricoli per produrre prodotti agro-alimentari locali utilizzando per la commercializzazione una filiera corta, sia per contenerne i costi, sia per garantirne e verificarne la qualità sull’intero processo di filiera;
2. avvieremo contatti con tutte le scuole presenti sul territorio per concordare protocolli tesi a sviluppare ricerche mirate allo sviluppo ed utilizzo di nuovi materiali, prodotti, processi produttivi nel campo delle fonti energetiche non inquinanti e creazione zero di rifiuti non smaltibili, ci renderemo promotori di chiedere alle dirigenze scolastiche l’attivazione di corsi scolastici specifici su questi settori;
3. ammodernamento del parco mezzi della Park-O con quelli a bassa emissione inquinante, diversificare l’uso della flotta veicolare investendo oltre che sul trasporto locale (che deve continuare a garantire costi socialmente accettabili) anche al trasporto turistico, scelta che servirà a permettere maggiori entrate economiche che il solo trasporto locale non può e non deve consentire;
4. blocco dell’espansione territoriale in superficie delle aree destinate ai cimiteri, per realizzare questo punto verrà individuata una zona da destinare alla costruzione di una struttura da utilizzare per la cremazione delle salme;
5. l’amministrazione comunale, come ulteriore strumento di sostegno sociale ai lavoratori, pensionati, cioè le figure sociali più deboli e ad oggi quelle più colpite dalla crisi, si avvarrà anche dell’emissione di propri buoni con valore economico reale (validi inizialmente solo sul territorio osimano) in una doppia strategia economico/sociale. Questo sistema rispetta le leggi che regolano le circolazioni monetarie sia europee sia Italiane, ed è utilizzato a sostegno dei redditi per i cittadini in difficoltà. Determina inoltre ricadute virtuose sull’incremento dei prodotti esclusivamente locali, attraverso la creazione di una filiera locale corta e di una rete commerciale che inizialmente sarà esclusivamente comunale, che potrà in seguito aprirsi in tutte le direzioni. Il vantaggio aggiuntivo di questa scelta è quello di permettere ai soggetti più in difficoltà economicamente residenti sul territorio osimano di avere la possibilità di usufruire di sconti sui prezzi al consumo che vanno dal 20% al 30%. Questi buoni sono fruibili da chiunque ne sia in possesso e presso tutti i negozi e locali che accetteranno di entrare a fare parte del circuito, i buoni saranno distribuiti dal Comune in base alle linee guida stabilite dall’assessorato di competenza, a seguito di richieste da parte dei cittadini. L’Amministrazione comunale incentiverà questo sistema mettendo a disposizione strutture per la produzione inutilizzate e spazi pubblici per il commercio di questi prodotti in ogni circoscrizione.

5. RUOLO POLITICO DEL COMUNE DI OSIMO NEL TERRITORIO

Il ruolo politico di Osimo e della sua amministrazione è stato ridimensionato, emarginato, e svalutato sia presso i comuni limitrofi sia presso le istituzioni locali di livello superiore, e questo grazie alla gestione politica delle liste civiche e dei partiti di centro-destra delle passate amministrazioni, che per rimarcare la propria identità politica settaria, clientelare ed isolazionista, si sono messi contro tutto e tutti sacrificando a tutt’oggi, e forse in maniera definitiva, l’ospedale di rete e la tangenziale che doveva collegare Ancona a Macerata bypassando Osimo.
Incapacità ed insensibilità politico-istituzionale; incapacità di sapersi relazionare con gli altri soggetti amministrativi in modo tale da raggiungere obiettivi seppur minimi di interesse generale; mancanza di una visione politica complessiva, se questa esclude un proprio tornaconto personale. Per superare e dimenticare tutto questo la nostra amministrazione si attiverà e sarà promotrice di tutti gli atti necessari nel creare consorzi intercomunali su punti qualificanti e di interesse generale che il semplice livello comunale non può garantire. La creazione di una rappresentanza politica intercomunale rafforzerebbe il ruolo del territorio in fase di contrattazione istituzionale con gli altri Enti locali e nazionali; ciò permetterebbe al Comune di Osimo di recuperare quella credibilità politica nei confronti delle altre istituzioni locali e nazionali.

AMBIENTE E TERRITORIO

1. AMBIENTE

Il territorio, l’ambiente ed il paesaggio costituiscono beni comuni, appartenenti all’intera comunità cittadina a cui associare valore sociale e culturale e non esclusivamente economici, quindi vanno considerati nel loro insieme patrimonio non disponibile per lo sfruttamento a scopo di profitto.

A questo scopo proponiamo:
- Il territorio è anche paesaggio e come tale va rispettato, tutelato, valorizzato; per questo il Comune di Osimo si impegnerà, in sinergia con i Comuni limitrofi ad impedire l’istallazione di impianti, l’uso e deposito di scorie nucleari.
- Riportare il settore agricolo ad essere centrale sotto l’aspetto economico, sociale e politico; per questo il Comune si impegnerà ad incentivare l’uso dei terreni agricoli abbandonati o non utilizzati, ed ancora non inquinati.
- Incentivare la trasformazione delle colture tradizionali in colture senza utilizzo di OGM.
- Riqualificare aree agricole con colture di pregio (vite, olivi, frutta particolare)
- Responsabilizzare ed impegnare le aziende ad utilizzare buone pratiche agricole (oggi molto disattese dai più) da adottare per la salvaguardia del territorio, prevedendo dove disattese eventuali sanzioni (ad esempio il mantenimento dei fossi e le distanze del coltivato dalle strade).
- Contrastare l’erosione e dissesto idrogeologico con interventi a basso impatto ambientale, ad esempio con piantagione nelle zone franose di piante specifiche per creare dei rimboschimenti.
- Potenziare la raccolta differenziata investendo su tecnologie e persone adeguatamente formate, che permettano il raggiungimento di un sostanziale aumento dei rifiuti differenziati da reinserire nel ciclo produttivo, invece di costruire inceneritori.
- L’amministrazione dovrà favorire, la produzione e distribuzione di prodotti agroalimentari a Km 0 utilizzando principalmente mercatini di quartiere.
- Accrescere i percorsi di educazione ambientale a partire dalle scuole, attraverso protocolli con le dirigenze scolastiche si potrebbero attivare anche corsi formativi finalizzati allo sviluppare occasioni di sbocco professionale nel settore della raccolta differenziata.
- Incentivare la nascita di imprese cooperative per la gestione dei materiali di riciclaggio.
- Riportare sotto il controllo pubblico la gestione delle acque potabili e della rete di distribuzione togliendole da logiche di mercato, poiché sono un bene primario non utilizzabile a fini di profitto.
- Potenziamento ed utilizzazione della geotermia a basso consumo, per una rete di teleriscaldamento che parta dai quartieri centrali e si estenda fino alle frazioni (lo sfruttamento del calore a bassa temperatura si ricollega anche all’introduzione di nuove professionalità all’interno delle imprese edili in quanto occorrono fare importanti modifiche agli edifici dove tale calore voglia essere utilizzato).
- Incentivare il trasferimento delle industrie situate in zone agricole di particolare interesse.
- Incentivare ed incrementare l’utilizzo del solare termico e fotovoltaico come fonte primaria in tutte le strutture pubbliche, e diffondere questa pratica anche verso le abitazioni private.

2. INFRASTRUTTURE

La città non deve essere progettata e sviluppata in maniera da rendere indispensabile l’utilizzo della macchina, ovvero per gente che prende la macchina per fare la spesa, andare al lavoro, portare i figli a scuola e poi chiudersi in casa davanti alla televisione.
- Punto fondamentale dovrà essere che alla guida dell’ufficio tecnico comunale ci debba essere una figura specializzata in urbanistica.
- Progettare nelle nuove strade, a parte i marciapiedi, anche aree per la fermata dei mezzi pubblici, zone adeguate ai cassonetti per la raccolta differenziata, piste ciclabili, zona sosta per gli abitanti in loco sprovvisti di garage e fascia verde.
- Potenziamento dei trasporti pubblici in tutte le tratte comunali e intercomunali utilizzando mezzi con il minimo impatto ambientale.
- Realizzare finalmente la tangenziale, e non la strada di bordo.
- Aumento delle zone esclusivamente pedonabili in aree di particolare interesse.

3. EDILIZIA URBANA

- E’ necessario un blocco, fino alla realizzazione di un nuovo piano regolatore, dell’edilizia urbana di Osimo per creare le condizioni di un diverso utilizzo del territorio.
- La crisi nel settore occupazionale nel campo edilizio può esser contrastata con una conversione dell’edilizia, incentivando le ristrutturazioni e i miglioramenti energetici delle abitazioni esistenti.
- Le ristrutturazioni abitative dovranno essere dentro un progetto che tenda a trasformarle in classe “termoclima” e possedere una autosufficienza di produzione energetica oltre ad avere un basso impatto ambientale tramite l’utilizzo di materiali e tecniche costruttive di ultima generazione.
- Stabilire un aumento del rapporto tra superficie verde ed superficie abitativa prevedendo l’obbligo di progettare posti macchina non più di superficie .

4. EDILIZIA INDUSTRIALE

- Rielaborare un piano urbanistico che concentri le strutture industriali e artigianali in un area attrezzata e servita. L’attuale situazione di costruzione e ampliamento selvaggia con estensione a macchia di leopardo non è più accettabile ne sostenibile.
- Incentivare gli spostamenti degli insediamenti industriali dalle aree prossime a corsi d’acqua in particolar modo industrie che possono esser particolarmente nocive alla salute umana. In prossimità dei corsi d’acqua dovrebbero essere istituita una fascia verde adibita a parco o almeno aziende agricole che praticano il biologico.
- Anche per questo tipo di urbanizzazione è necessario spingere per una autosufficienza energetica. Per autosufficienza energetica si intendono tutti quei metodi alternativi che consentano un reale risparmio energetico e basso impatto ambientale.
- Aumentare il rapporto fisso tra superficie verde e superficie industriale.

5. EDILIZIA PUBBLICA

- “Una piazza per ogni quartiere”. In una città che si rispetti devono necessariamente esserci delle piazze in ogni quartiere, luoghi di incontro e di socialità in cui i cittadini possano ritrovare quella dimensione più umana che col tempo si sta perdendo.
- I poli scolastici devono rispettare le normative urbanistiche ovvero le superfici devono essere adeguate al numero di studenti e cosi le strutture scolastiche e non come l’attuale amministrazione fa attualmente. La viabilità in queste zone deve essere adeguata alle loro esigenze.
- I poli scolastici devono avere un adeguato servizio di trasporto collettivo garantito da mezzi pubblici in modo da disincentivare l’utilizzo delle automobili.
- Recupero a fini sociali delle strutture pubbliche in disuso.
- Rivalutazione delle zone di interesse storico - turistico, prevedendo a lunga scadenza l’abbattimento di tutti quei mostri che negli anni si sono accumulati in sfregio dei grandi architetti dei secoli passati che ci hanno lasciato siffatte meraviglie.
- Procedure più trasparenti dell’ufficio tecnico e degli uffici che concedono le autorizzazioni.

CULTURA - SPORT – GIOVANI

Riteniamo centrale e fondamentale l'esigenza di assegnare spazi sociali ai giovani.
Cosa è un centro sociale? E' uno spazio strappato all'abbandono della speculazione edilizia e restituito ad una funzione sociale fondamentale: quello di chi dal basso si autorganizza per rivendicare diritti primari, per avviare sperimentazione culturale, per costruire forme di socialità non mercificata. Non è un'isola felice, ma un luogo dove la contraddizione viene strappata alla sua dimensione privata per farsi “voce comune” e lotta sociale. Uno spazio di attraversamento culturale, di aggregazione a partire dai bisogni.

Creazione di un Consorzio di Associazioni Osimane (no profit), per la riorganizzazione e gestione di spazi destinati ad attività culturali.

Investire sulle inespresse potenzialità turistiche della città di Osimo a partire dalle grotte e i siti archeologici. Organizzare visite guidate convenzionandosi con l'Associazione "Osimo Sotterranea" e l'ArcheoClub di Osimo, con visite speleologiche nella miriade di cunicoli che si trovano sotto la città. Rivalutare anche la zona archeologica di Monte Torto.

Utilizzare angoli della città per organizzare spettacoli, rassegne, concerti, utilizzando per questo soprattutto il Parco di Fonte Magna e l'area dell’ex Foro Boario.
Rivalutare il centro storico con manifestazioni popolari, rilanciando una delle principali feste tradizionali della città, “La Festa dei Fiori”, ed aprendosi alla progettazione di un festival di Artisti di Strada, varie fiere Equosolidali ed Etniche, rievocazioni storiche della Città.

Dotare di una struttura e di personale adeguato la Biblioteca Comunale e l'Archivio Storico, quest’ultimo sprovvisto sia di una sede legale sia di archivisti e di una forma di digitalizzazione dei testi. A tal fine riteniamo che sia funzionale la riconversione dell’utilizzo della scuola Bruno da Osimo, assegnando a quella sede il ruolo di polo multiculturale, integrandolo con sale multimediali e una videoteca.

SERVIZI SOCIALI

1. ASSO

Un servizio sociale pubblico dato in gestione a soggetti privati, e che noi invece riteniamo debba essere gestito dal Comune, è quello che riguarda l’erogazione di assistenza educativa ai bambini disabili e agli anziani non autosufficienti.

Tale servizio in Osimo è gestito dalla ASSO Srl che, oltre a richiedere rette non proprio economiche (o che comunque tengano conto della situazione economica dell’utente), instaura rapporti lavorativi con i propri dipendenti non del tutto trasparenti, assumendo con contratti quasi esclusivamente a tempo determinato e applicando tariffe lavorative orarie ridicole che, oltretutto, non rispecchiano e non rispettano le mansioni svolte dai lavoratori. Indicativo dello stato di precarietà di tali lavoratori è il fatto che nel momento in cui l’utente non è al momento presente, il lavoratore non percepisce reddito. Un esempio di lavoro qualificato a cottimo! A tale pratica si risponde eliminando la figura dell’intermediario ASSO che deve essere assorbita dall’Amministrazione comunale stessa, prevedendo forme di assunzione per anzianità e per concorso di tutto il personale necessario.

Dobbiamo dire basta a tutte queste cooperative, associazioni e società che lucrano, in maniera spropositata, sul lavoro e sulla pelle dei dipendenti, vincendo appalti o stipulando convenzioni che prevedono costi del personale sempre più bassi.

Ed inoltre i consigli di amministrazione di queste nuove agenzie educative sono il ricettacolo per tutti i “fedeli” del sindaco che deve in qualche modo ricompensare l’operato della propria macchina elettorale.

Si faccia dunque chiarezza sull’operato di tale azienda che, oltretutto, si è indebitamente appropriata di servizi che si erano già consolidati nel tempo, grazie al lavoro svolto da altri operatori del settore, ed inoltre ha ottenuto per gentile concessione la gestione di servizi legati ai settori turistico e culturale.

2. MIGRANTI

La situazione dei migranti in Osimo è alquanto anomala, in quanto non vi sono molti irregolari, la loro integrazione nel mondo del lavoro è accettabile, mentre non lo è la loro integrazione sociale e culturale.

Osimo è diventata un po’ come la casa del Grande Fratello con tutte queste telecamere ormai presenti in tutto il centro storico, a voler dimostrare quanto il Comune sia vigile e tenga alla sicurezza dei propri cittadini (peccato non altrettanto verso il proprio patrimonio artistico!); una risposta demagogica e qualunquista al problema dell’integrazione dei tanti stranieri che vivono nella nostra città, e che invece andrebbe affrontato attraverso una politica di dialogo fatto di incontri, feste, della partecipazione attiva alla vita della città di tutte quelle persone che, sebbene non ci piace sentircelo dire, lavorano da noi e molto spesso per noi, e quindi producono.

Inoltre sono esseri umani che provengono da aree povere del mondo (non per colpa loro) ed hanno dovuto fare grandi sacrifici, tra cui quello di perdere parte della loro identità; e noi li accogliamo puntandogli le telecamere affinché si comportino per bene.

Tale modello ci viene quotidianamente proposto dai mezzi propagandistici di massa, attraverso categorie linguistiche come lo stereotipo (pregiudizio e generalizzazione) ed il sillogismo, ispirando pratiche xenofobe volte a spingere i cittadini verso una più totale chiusura.

Ed intanto i “padroni” possono disporre a loro piacimento di tutto quell’esercito industriale di riserva (oggi composto dai lavoratori precari e dagli stranieri) che permettono loro di incamerare profitti mediante lo sfruttamento dei lavoratori, e magari quando non servono più rispedirli alle agenzie interinali. Ad un uomo cui non viene riconosciuta la dignità non verrà riconosciuto neanche il diritto!!

3. SERVIZI ALLA PERSONA ED ALLE FAMIGLIE

Oggi ci troviamo a dover affrontare una grave emergenza che tocca molte famiglie, ovvero quella degli anziani e del loro accudimento, prevalentemente a carico dei loro figli che non riescono a fronteggiare da soli tutta la serie di problemi che si trovano davanti, a meno che non si tratti di famiglie facoltose che possono permettersi i costosi servizi messi a disposizione dalle case di riposo. Sfortunatamente, molti anziani dovrebbero vedere la loro attuale pensione triplicata per poter pagare la retta di tali istituti; si potrebbe allora pensare ad una formula per venire incontro alle esigenze di queste famiglie, risparmiando sulla costruzione delle troppe rotatorie e dei troppi semafori, per dare vita a forme di case alloggio, dove anziani autosufficienti possano convivere, abbattendo in tal modo i costi.

Un’altra emergenza è quella degli asili nido che non riescono a soddisfare le richieste delle famiglie ed, inoltre, richiedono a quest’ultime l’esborso di somme esagerate. Una proposta che sicuramente aiuterebbe le famiglie è quella di promuovere la creazione di asili nido condominiali, pratica che si sta diffondendo con grande successo in molte parti d’Italia.

Altra importante questione è quella legata all’insediamento dell’ospedale di rete, da troppo tempo legato ai giochi di potere della Regione e della Provincia che, per ostruzionismo politico verso un’amministrazione comunale osimana politicamente avversa, fa di tutto per non dare il via ai lavori, lasciando che i cittadini osimani ne paghino le conseguenze. Il nostro programma prevede l’insediamento dell’ospedale pubblico di rete in una zona baricentrica, così che gli abitanti dell’area compresa tra Osimo, Castelfidardo, Loreto e Recanati possano usufruire di un servizio indispensabile alla persona, che altrimenti verrebbe garantito in una zona, quella dell’Aspio, già servita dall’ospedale regionale di Torrette; prevede inoltre una struttura sanitaria pubblica poliambulatoriale con guardia medica da ubicare in una area nei pressi di San Sabino.

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